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TEORIE DI RIFERIMENTO

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Coaching

Esiste una “Formula del Coaching” originaria, ed è quella proposta a metà degli anni ’70 dall’istruttore di tennis Timothy Gallwey (oggi considerato il padre del Coaching) per la quale la Prestazione (individuale o di team) è ottenuta dall’interazione tra l’utilizzo del potenziale disponibile con l’azione limitante delle interferenze interne ed esterne.

Prestazione = potenziale – interferenze

Da questa formula si evince che per tendere ad una prestazione eccellente occorre agire in due direzioni: sviluppare il potenziale e limitare le interferenze.

In quanto metodo, il Coaching si fonda e basa la sua efficacia su:

  • Relazione facilitante: una relazione volta a stabilire un’alleanza, una collaborazione ed un patto di lavoro tra due soggetti: il Coach e il/i Coachee (Cliente).

  • Sviluppo del potenziale: l’individuazione, l’allenamento e l’utilizzo del potenziale della persona o del gruppo.

  • Gestione delle interferenze: la presa di coscienza, la gestione e la trasformazione delle interferenze (interne/esterne) della persona o del gruppo.

  • Lo sviluppo della consapevolezza e della responsabilità: un cammino di crescita nella conoscenza di sé e del proprio ambiente, nella capacità di scelta e nella responsabilità agita.

  • Obiettivi e piani d’azione: per la trasformazione di una richiesta di cambiamento o di miglioramento, in obiettivi concretamente perseguiti.

  • Monitoraggio: il monitoraggio dei risultati attraverso fasi di report e di restituzione di feedback.

Il Coaching è pertanto un processo che si svolge innanzitutto all’interno di una Relazione Facilitante tra il Coach e il Coachee, nella quale il Cliente è accompagnato nella ricerca di una più ampia dimensione di Consapevolezza, a supporto di una nuova capacità di scelta Autonoma e di Responsabilità agita, nel segno del proprio Benessere e dell’Autorealizzazione personale.

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Mental Training

Viene così definito l'allenamento mentale costituito da un nsieme di tecniche mirate al controllo e/o cambiamento di vissuti psicologici ed esperienze di vario tipo (interne, esterne, mentali, fisiche) di un atleta. Per ottenere buoni risultati in una competizione sportiva occorrono una condizione fisico-atletica ottimale, una accurata preparazione tecnico-tattica, tanta volontà e passione ma è sempre più indispensabile anche un buon equilibrio emotivo e un bagaglio di specifiche abilità e strategie mentali efficaci.

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Terapie Umanistiche ed Esistenziali/TerapieTranspersonali

Counseling. Questo approccio sottende una visione olistica e ottimista della natura umana che si basa sul rispetto della persona e sulla fiducia nelle sue potenzialità di recuperare il proprio equilibrio, una visione dell'uomo come agente di scelte, libero e spontaneo.

Il suo fondatore è Carl Rogers ( 1902-1987), psicologo e psicoterapeuta americano. Rogers parte dal presupposto che ogni persona ha una tendenza intrinseca che spinge all'autorealizzazione e ad utilizzare le proprie risorse in modo costruttivo, in presenza di condizioni facilitanti.
Il fine della terapia è quello di creare le condizioni favorevoli che permettano alla tendenza attualizzante, la forza di base presente nell'individuo che è all'origine della crescita e dello sviluppo di ogni persona, di operare così che la persona possa crescere verso la propria autorealizzazione.

Psicosintesi. La Psicosintesi è una corrente psicologica, che si ispira ai principi della psicologia umanistica, tesa allo sviluppo armonico della personalità, come totalità bio-psico-spirituale, ed a favorire un contatto con i livelli superiori della psiche.

È un metodo di lavoro concreto per la conoscenza, la crescita, la trasformazione personale, in cui ciascuno, partendo da ciò che è, ha il potere di attuare le sue potenzialità individuali, attraverso un lavoro guidato, ma essenzialmente autoformativo.

La psicosintesi considera l'essere umano dotato di un centro di coscienza e di volontà, capace di comporre la molteplicità che lo costituisce in una sintesi più armonica (psicosintesi personale) che a sua volta, applicata sul piano relazionale, favorisce l'integrazione fra gli individui, e fra questi e l'ambiente (psicosintesi interpersonale).

L'evoluzione umana è vista come una continua crescita verso sintesi sempre più ampie, tali da espandersi oltre la coscienza personale ordinaria, fino all'identificazione con il Sé (psicosintesi transpersonale).

Il processo psicosintetico si articola in tre fasi, che rappresentano le tappe di un processo circolare, infinito: "Conosci te stesso, possiedi te stesso, trasforma te stesso"

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Terapie Immaginative

L'immaginazione può facilitare l'accesso delle persone alle loro conoscenze inconsapevoli e talvolta proprio la conoscenza delle emozioni, radicate profondamente nel corpo e nelle strutture del sistema nervoso, è più facilmente traducibile in immagini piuttosto che in parole.
La fantasia guidata permette l’accesso a livelli molto profondi della vita emotiva, ma permette anche l’esplorazione del movimento e dell’azione. Nell’immaginazione l’attivazione del sistema sensoriale è reale, come accade per esempio se rievochiamo episodi traumatici, possiamo essere fiduciosi che ciò che accade nel sistema delle immagini ha una sua realtà piena.
I metodi immaginativi permettono di offrire al paziente una modalità di ricostruzione delle proprie emozioni meno diretta di quella linguistica che viene più facilmente controllata dai processi inibitori della coscienza. Le immagini sono spesso cariche di valenze emotive che il paziente non riesce immediatamente a decodificare ed esprimere in parole, ma che percepisce direttamente in termini di sensazioni.
La presa di coscienza delle proprie conoscenze emozionali si attua, in questo modo, prima attraverso un "sentirle" e un riviverle direttamente (e spesso intensamente), nel qui e ora del setting, e solo successivamente attraverso il tentativo di traduzione e di espressione verbale delle proprie sensazioni.

"L'immagine mentale è una particolare forma di pensiero, che può essere di tipo imitativo-riproduttivo (quando rievoca figure mnestiche) o di tipo costruttivo-creativo (quando produce immagini mai appartenute all'esperienza diretta). L'acquisizione forse più significativa ai fini delle tecniche immaginative sta nell'aver appurato che la mente umana è dipendente in larga misura dai processi immaginativi e molto meno da quelli verbali (Peresson, 1983, p.20). E' a quest'intuizione originaria, divenuta poi convincimento e infine acquisizione scientifica, che rimanda per intero lo sviluppo delle terapie immaginative.

[...]Viene evidenziandosi anche un sinergismo bilaterale fra immagini mentali e stati distensivi: se molti autori inducevano uno stato di rilassamento per facilitare l'immaginazione, altri si accorsero che immaginare determinati scenari facilita la distensione." C. Widmann

Visualizzazioni Guidate. La visualizzazione guidata utilizza selettivamente simboli diversi, a seconda del loro contenuto e della loro funzione psicodinamica. E' stato individuato un parallelo fra le visualizzazioni guidate e le fiabe, ravvisando nella modalità di narrazione di queste ultime interessanti criteri che vengono riproposti nelle visualizzazioni guidate (Caldironi, Widmann, 1980).

Da queste considerazioni discendono alcuni parametri operativi che caratterizzano le visualizzazioni guidate:

  • al paziente viene offerta una narrazione in un clima distensivo e regressivo, con modalità che facilitino la sua partecipazione emotiva alla vicenda immaginaria e la sua identificazione con il simbolo descritto;

  • gli stati d'animo devono emergere sempre molto distintamente e a tal fine vengono suggestivamente stimolati dal terapeuta;

  • la concatenazione dei simboli è tale da procedere dagli aspetti inferiori verso quelli superiori;

  • la vicenda narrativa è costruita in modo da portare verso uno stato di equilibrio finale.

Training Autogeno di J. H. Schultz. Concetto basilare in Schultz è quello di organismo come "totalità unitaria" (Ganzheit). L'organismo non viene composto da cellule, bensì è l'oganismo che si compone da sé con le cellule (Schultz, 2001, p.77).

L'attività di un organismo si impronta a principi e a norme assai coerenti: esistono principi interni alla vita stessa che regolano la sua esistenza. Schultz ha chiamato "bionomici" (da bios, vita e nomos, norma) i principi ce presiedono allo sviluppo vitale.

La psicoterapia di Schultz è autogena in quanto si fonda su funzioni dell'organismo che si sviluppano da sole, per adesione spontanea ai principi bionomici.

La psicoterapia bionomica è una psicoterapia di individuazione in quanto aderisce allo sviluppo del piano individuale.

Tutte le tecniche immaginative autogene rimandano a tale quadro teorico e presuppongono che il soggetto abbia appreso il training autogeno (TA); questo procedimento si articola in due momenti distintivi, detti ciclo inferiore e ciclo superiore.

Il ciclo inferiore è una tecnica di rilassamento che, per esercizi progressivi, porta il soggetto a realizzare in sé vissuti somatici tipici del rilassamento. Essa si caratterizza per il fatto che il terapeuta si limita a descrivere il procedimento, a illustrare quali meccanismi si intendono attivare, a insegnare come si pratica, ma poi il paziente la realizza del tutto per conto proprio. A sottolineare questo fatto, dopo aver illustrato la procedura da seguire, il terapeuta lascia solo il paziente mentre questi realizza concretamente gli esercizi previsti. Inoltre, il training autogeno viene effettuato dalla persona anche a casa (training, allenamento).

Questo modo di procedere intende essere coerente con il principio di autogenicità: non è il terapeuta che detta all'organismo delle linee di condotta, ma è l'organismo stesso che si rimette in sintonia con i suoi principi interni, bionomici. Il terapeuta intende solo riconsegnare il soggetto all'autogenicità delle sue funzioni, all'organizzazione autogena del sistema-organismo.

Il training autogeno superiore prevede che si effettui almeno tre volte a settimana l'esercizio che è stato appreso nello studio del terapeuta. Il materiale immaginativo degli esercizi fatti a casa viene raccolto, annotato sul protocollo e portato nella seduta successiva per l'elaborazione.

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Terapie Corporee

Biosistemica. La Psicoterapia Biosistemica nasce dalle ricerche dello psicoterapeuta americano Jerome Liss. Diversi contributi teorici provengono dalle ricerche di Henri Laborit (neurofisiologia delle emozioni), di Ernest Gellhorn (componente simpatica e parasimpatica del sistema nervoso autonomo) di David Boadella (modello embriologico). La teoria sistemica interpreta l’individuo come un sistema in equilibrio dato dall'interazione di sottosistemi; nel lavoro clinico è allora centrale il recupero dell'integrazione fra i vari sistemi per trovare un equilibrio funzionale. Nella terapia la comunicazione verbale rappresenta uno dei possibili strumenti di comunicazione, che si integra con l’uso attivo e consapevole del corpo.

Bioenergetica. La Psicoterapia Bioenergetica è lo studio della personalità umana dal punto di vista dei processi energetici del corpo. E’ inoltre una tecnica di psicoterapia che associa il lavoro sulla mente al lavoro sul corpo; in questo caso è più corretto parlare di Analisi Bioenergetica. Questa si struttura a partire dalle teorie e dalle tecniche elaborate negli anni '60 dallo psicoterapeuta americano Alexander Lowen sulla base degli studi di Wilhelm Reich. Lowen ha rielaborato e sviluppato la teoria e la pratica terapeutica di Reich dando maggiore attenzione alla relazione tra i livelli cognitivo, emozionale e corporeo e alla respirazione, elaborando strumenti (ad esempio il cavalletto bioenergetico) ed esercizi corporei per ridurre lo stress psicofisico e introducendo il concetto di grounding per definire l'essere in contatto con il proprio corpo e le proprie emozioni. L'idea alla base di questa tecnica è che ciò che succede nella mente riflette ciò che succede nel corpo e viceversa.

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Terapie Espressive

Psicodramma. Lo psicodramma è un metodo d’approccio psicologico che si basa sulla teoria, la filosofia e la metodologia ideate da Jacob Levy Moreno. Esso usa i metodi della rappresentazione scenica, della sociometria, delle dinamiche di gruppo, della teoria del ruolo, per facilitare un cambiamento costruttivo nell’individuo e nei gruppi, attraverso lo sviluppo di nuove percezioni e la riorganizzazione di vecchi modelli di comportamento. Tale approccio consente alla persona di esprimere, attraverso la messa in atto sulla scena, le diverse dimensioni della sua vita e di stabilire dei collegamenti costruttivi fra di esse. Lo psicodramma facilita, grazie alla rappresentazione scenica, lo stabilirsi di un intreccio più armonico tra le esigenze intrapsichiche e le richieste della realtà, e porta alla riscoperta ed alla valorizzazione della propria spontaneità e creatività.

Gestalt Therapy. La terapia della Gestalt (Gestalt in tedesco significa forma) origina da Friedrich (Fritz) e Laura Perls, negli anni '40 a New York (USA), come terapia che raccoglie e organizza le idee tradizionali della psicoterapia freudiana, junghiana e reichiana, nonché i principi della teoria del campo di Lewin e i contributi filosofici dell’esistenzialismo, della fenomenologia e della Psicologia della Gestalt da cui prende il nome. Il fondatore viene solitamente considerato Fritz Perls.
Essa attribuisce fondamentale importanza all’attitudine della mente a legare tra loro dinamicamente gli elementi, costituendo un tutto significativo.
La Gestalt è dunque una forma strutturata, completa e dotata di un senso. Uno dei principi di base di tale terapia è che il tutto è differente dalla somma delle sue parti e perciò per comprendere un comportamento è importante, oltre che analizzarlo, averne una visione di sintesi, percependolo nell’insieme del contesto globale, secondo una visione olistica. Le ricerche a cui tale psicologia diede origine dimostrarono che ogni individuo raccoglie ed organizza in strutture significative, o Gestalt, gli innumerevoli stimoli che percepisce, selezionando solo alcuni fra essi. Questo stesso meccanismo è alla base anche di come percepiamo noi stessi e il mondo. I diversi stimoli non vengono percepiti in modo disgiunto, ma ordinati in unità, secondo il nostro bisogno di costruire significati sulla base dell’esperienza percettiva dell’ambiente. Pertanto, isolare alcuni elementi di un sistema e attribuire loro un significato rappresenta un processo di osservazione interpretativa parziale, che non tiene conto dell’interazione esistente tra i vari elementi e tra l’individuo e l’ambiente.
L’individuo e l’ambiente rappresentano un unico sistema interagente, che si autoregola in funzione di ogni elemento che ne fa parte.
L’approccio gestaltico considera importante l’intera esperienza di vita di una persona: fisica, psicologica, intellettuale, emotiva, relazionale e spirituale.
L’obiettivo della terapia della Gestalt è quello di arrivare alla consapevolezza del processo dei pensieri, sentimenti e azioni di un individuo, prestando maggiore attenzione alle modalità di un’azione, piuttosto che alla sua motivazione. La consapevolezza del come qualcosa avviene, infatti, conduce più facilmente alla possibilità di compiere un cambiamento genuino e responsabile
Nello specifico, la consapevolezza si sviluppa nella relazione terapeutica, dove il cliente può scoprire, osservare e integrare alcuni aspetti della sua personalità, attraverso l’esperienza diretta con il terapeuta, il quale focalizza di più l’attenzione sull’esperienza di un comportamento che sulla sua interpretazione.

Art Therapy. Il termine venne introdotto da M. Naumbourg alla fine degli anni Trenta, a indicare una pratica terapeutica orientata a criteri psicodinamici e attuata con strumenti maturati attraverso la formazione artistica. La definizione di art therapy suggerita da Sudres propone una visione aperta, che considera "il processo arte-terapeutico come l'unione del processo psicoterapeutico, del processo di mediazione e del processo creativo, realizzata in un contesto di cura" (2000, p. 171). Potremmo dunque guardare all'art therapy come a una psicoterapia, che si colloca accanto alle psicoterapie a mediazione verbale e a mediazione corporea, che viene mediata da un'attività espressiva comune a varie forme d'arte: pittura, modellato, poesia, musica, danza, recitazione, attività teatrali, fotografia e altro.

Lorenzetti (1994, pp. 113-117) distingue tre domini in cui si esplicano le arti-terapie: quello del suono e del ritmo (musicoterapia), quello del movimento e dell'azione (danzaterapia), quello della forma e del colore (arte-terapia visiva e plastica). L'elenco delle attività di mediazione, però, è indefinito e indefinibile quanto gli strumenti dell'arte; di fatto non esiste materiale o attività sensomotoria con cui non possiamo realizzare produzioni artistiche.

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Filosofia Orientale e Naturopatia

Gli Esercizi ZEN per Immagini. Gli esercizi dei meridiani, secondo Masunaga e Ohashi, offrono la possibilità di valutare le condizioni dei meridiani, cioè di scoprire le anomalie o disfunzioni presenti.; aiutano, inoltre, a mantenere il corpo elastico e armonioso.

La respirazione in Zazen. "La respirazione in zazen è naturale e fondata sul cilco respiratorio.

[...] Quando sedete, il corpo, il respiro e la mente sono in armonia; e quando il respiro si calma, anche la mente si calma. quando ciò avviene si sperimenta naturalmente una gradevole sensazione di unità.

[...] Il processo di unificare corpo, respiro e mente non avviene nell'identico modo in ogni persona. Inspirando, siate uno con il respiro. Dovete trovare il vostro modo individuale di raggiungere questa integrazione. Questa è la condizione fondamentale dello zazen." T. Maezumi, B. Glassman

Riequilibrio Psicofisico - Naturopatia. La naturopatia ha come obiettivo primario quello di mantenere in piena efficienza/potenziare l’energia/forza vitale presente in ogni essere vivente: “vis medicatrix naturae”, forza guaritrice della natura.

A tale scopo è indispensabile conoscere i principi di riferimento per mantenere la corretta funzionalità del nostro organismo:

  • una sana alimentazione, “che il tuo alimento sia la tua medicina e che la tua medicina sia il tuo alimento” Ippocrate

  • un regolare esercizio fisico, “mens sana in corpore sano” Giovenale (Sat. X, 356)

  • la disintossicazione, “se vuoi cacciare la tigre dalla casa apri tutte le porte prima di afferrarla per la coda, poiché a volte esce da sola” proverbio cinese

  • l’equilibrio del sistema gastro-intestinale: prebiotici e probiotici

  • l’equilibrio acido-base “Il controllo del pH urinario e la sua normalizzazione devono far parte integrante del piano terapeutico di ogni malattia cronica, che può presentare sintomi di perturbazioni metaboliche con conseguente aumento dell’acidificazione” Dott.ssa C. Kousmine

  • la micro-nutrizione “L’organismo appare come una sorta di oligarchia nella quale enormi masse di elementi passivi sono dominati da un piccolo numero di elementi catalizzatori” Gabriel Bertrand

  • il pensiero che cura “non c’è posto per la malattia in un corpo dotato di pensieri armoniosi” PNEI

  • un buon riposo

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PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

La PNEI nasce circa trent' anni fa come convergenza di discipline scientifiche diverse quali le scienze comportamentali, le neuroscienze, l'endocrinologia e l'immunologia. 

La base della disciplina consiste nello studio delle interazioni reciproche tra attività mentale, comportamento, sistema nervoso, sistema endocrino e reattività immunitaria. In particolare, l'obiettivo primario della PNEI è lo studio riunificato di sistemi psico-fisiologici che sono stati analizzati da almeno 200 anni in maniera separata e autonoma.
La PNEI di per sè non pone più attenzione alla mente rispetto al corpo o viceversa, ma utilizzando i principi propri dell'epistemologia empirica del metodo scientifico si sforza di chiarificare quelle connessioni che rendono sistema nervoso, mente, immunità e regolazione ormonale un unico e complesso sistema di controllo omeostatico dell'individuo.

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La Tecnica delle Storie Disegnate

Le storie disegnate sono una tecnica grafica di disegno spontaneo (uno strumento psicodiagnostico-psicoterapeutico), che focalizza i problemi psicologici che sostengono i sintomi.

Permettono: di valutare la sofferenza del piccolo paziente; di trovare uno spazio comune di comunicazione e di condivisione; sono un termometro clinico dell'andamento della relazione con se stesso e con l'altro.

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